Francesco Stefanini nasce in Toscana, a Pietrasanta (Lucca) nel 1948.
Frequenta l'Istituto d'Arte e nel contempo fa pratica nella scultura,
affiancando il padre nella lavorazione del marmo. Trasferitosi a
Firenze, completa gli studi artistici al Magistero d'Arte di Porta
Romana. In questa città nasce anche il suo interesse per la
pittura del Rinascimento, che ha la possibilità di
approfondire a Urbino, dove frequenta i corsi internazionali di arti
grafiche.
Nel 1971 come insegnante di materie artistiche nella scuola statale
si stabilisce a Treviso, in cui inizia a sperimentare e definire in
totale autonomia il pensiero e gli strumenti della propria ricerca
pittorica. La sua prima esposizione risale al 1975 e da allora ad
oggi si sono susseguite numerosissime le personali in gallerie
italiane ed estere.
Nel 1979 alla 64a mostra dell'opera Bevilacqua La Masa di Venezia gli
viene assegnato un premio acquisito, e nel 1981, alla 66a edizione,
è vincitore del primo premio, con borsa di studio del Comune e
l'invito a esporre con una personale al Museo d'Arte Moderna di Ca'
Pesaro.
Gli anni ottanta aprono un periodo ricco di riconoscimenti. Espone in
importanti gallerie italiane, come: Torbandena di Trieste, Steffanoni
di Milano, Ravagnan di Venezia, Les chances de l'Art di Bolzano. Si
interessa anche di teatro e di cinema e in questo contesto il regista
Giuseppe Bertolucci utilizza diversi suoi lavori per le scenografie
degli interni nel film Segreti, segreti.
Dagli inizi del novanta compie numerosi viaggi all'estero, esponendo
a Tokio, Zagabria, Salisburgo, Praga, Vienna, Budapest, Mannheim, New
York, Pechino, Brisbane, Sarajevo, Buenos Aires, Perth.
Ritornando comunque periodicamente in Toscana, in una vecchia casa di
cavatori arroccata sulle Alpi Apuane, a contatto con la
severità e l'asprezza dei luoghi, sviluppa una rigorosa
ricerca sul misterioso gioco di luci e ombre. Ne consegue una serie
di opere che vengono presentate in ampie retrospettive, tra le quali:
I luoghi dell'ombra , a Palazzo Sarcinelli di Conegliano;
Il segno delle cose , con catalogo con testi di Flaminio
Gualdoni e Elena Pontiggia, nelle maestose sale del Palazzo delle
Prigioni di Venezia; Stefanini, Opere 1987-1999 , con
monografia edita da Marsilio, a Villa Foscarini Rossi di Stra (VE).
Sempre negli anni novanta, è invitato a varie rassegne, di cui
le più significative: Venti pittori in Italia,
esposizione itinerante in importanti gallerie italiane; Artisti
conterranei di Marco Polo, all'International Art
Palace di Pechino; Memorie e attese 1895-1995,
nell'ambito delle mostre promosse dalla XLVI Biennale di Venezia.
L'essenzialità delle forme e l'impalpabilità dell'ombra
nelle sue opere suscitano l'interesse del curatore del Museo d'Arte
moderna di Shirakawa, che pertanto nel 1997 lo invita a soggiornare
in Giappone, per realizzare un grande dipinto.
Nel 1998, su proposta dell'Advisory Board di New York, trascorre un
periodo presso la Fondazione Studi Ligure per le arti e le lettere di
Bogliasco, dove, misurandosi con la tecnica del pastello che gli
diventerà sempre più congeniale, esegue il ciclo di
opere Cipria di luce , poi esposte a Genova. Nello stesso
anno, con i più importanti maestri italiani, è presente
a Conegliano a Palazzo Sarcinelli nella mostra Elogio del
pastello, curata da Marco Goldin.
Nel 1999 è invitato a esporre la serie di dipinti I
segnali dell'Altra presso la Fondazione Ca' la Ghironda di Zola
Predosa, Bologna.
Nei primi anni 2000 si intensificano gli scambi con il Giappone, dove
tiene numerose mostre: a Tokio, Osaka, Kioto e Yokayama.
Da questa esperienza nasce una nuova produzione sul tema della luce,
che viene presentata in un'ampia rassegna, voLuminosa , a
Belluno presso le suggestive sale del Palazzo Crepadona.
Nell'occasione esce un nuovo catalogo curato da Gian Luca Marziani.
Nel 2002 sviluppa una nuova indagine sul rapporto paesaggio-luce,
elaborata dall'osservazione e dallo studio attento del bosco e della
natura. Nascono così una serie di opere Paesaggi che
espone nella prestigiosa sede di Casa dei Carraresi di Treviso,con
monografia con scritti di Marco Goldin e Maurizio Sciaccaluga.
Nel 2003 l'amministrazione comunale di Pietrasanta gli organizza, in
quanto nato nella città, una mostra personale nella sala delle
Grasce, nel complesso monumentale del Sant'Agostino.
Nello stesso periodo, partecipa alla rassegna nazionale Nuovo
paesaggio nell'arte contemporanea italiana, a Palazzo Frisacco
di Tolmezzo (Udine) e a L'età delle illusioni mancate
nel cinquecentesco Palazzo Mediceo di Seravezza (Lucca).
Nel 2004 viene invitato da Giorgio Di Genova alla mostra Luce
vero sole dell'arte al Museo d'arte G.Bargellini di
Pieve di Cento (Bologna).
Malgrado i numerosi viaggi, i cambiamenti continui di città, il luogo più amato, stimolo alla pittura di questi ultimi anni, è il paesaggio di Volpago, il paese alle pendici del Montello, dove vive e lavora. Come dice lo stesso Stefanini: «Da sempre, in pittura, ho un rapporto stretto quasi ossessivo con le cose che mi circondano. Prima un luogo, una casa, poi una stanza, un giardino, e ora un bosco: il bosco del Montello.»
Il bosco, dunque, i suoi colori, le immagini infinite, che si sovrappongono e si sfocano, creando un susseguirsi incessante di sensazioni e di emozioni. Di tutto questo parla la pittura di Stefanini, dell'«energia vitale che si sprigiona da questa realtà», e ne parla, mettendosi sulle tracce di una luce, di un riflesso. Perché quello che gli interessa ricreare nel quadro non è tanto la rappresentazione fedele e realistica di ciò che lo circonda, quanto piuttosto «indagare quel punto, o soglia , o limite, in cui il soggetto conserva ancora traccia di sé, ma diventa altro rispetto al punto di partenza.» Una pittura dove il colore, un colore «pieno, fondo, pastoso» s'intreccia, convive con forme «al limite della dissolvenza». E sopra tutto, la luce.
Nel 2005 il Kunstverein di Mannheim (Germania) gli dedica un’importante personale, “LichtFlut”, a cura del direttore Martin Stateher.
Una parte della produzione di questo periodo viene poi presentata a Castelfranco, nel Palazzo Preti e nella Galleria Flaviostocco, a Bologna, nella Galleria Stefano Forni, a Trieste, nella Galleria Minimal.
Nel 2006 partecipa alla rassegna internazionale “Plotart”, nel Museo d’arte contemporanea di Gennazzano (Roma) e presso la Fondazione Carlo Molineris di Lugano. Nello stesso anno realizza il Palio di Montebelluna e nell’occasione espone "Letture di luce" nella Biblioteca civica
Nel 2007 presenta una sua personale nella chiesa di S. Antonio a Badoere (Treviso), nell’ambito delle rassegne di “Phada Murgania”. Partecipa a "Roseto dialettico, fenomenologia di un fiore", nello spazio Pardes, Barchessa di villa Donà delle Rose, Mirano (Venezia).
Nel 2008, dopo la personale Controluce nella Chiesetta dell’Angelo a Bassano del Grappa, si dedica alla realizzazione di pastelli, anche di grande formato, destinati alla mostra "Un’oscura limpidezza", a cura di Sandro Parmiggiani, che Palazzo Magnani gli organizza a Reggio Emilia, con catalogo edito da Skira, nelle sale di Palazzo Casotti.
Nel 2008, si dedica alla realizzazione di pastelli, anche di grande formato, destinati alla mostra Un’oscura limpidezza, a cura di Sandro Parmiggiani, che Palazzo Magnani gli organizza a Reggio Emilia, con catalogo edito da Skira, nelle sale di Palazzo Casotti.
Nel 2009 è intensa l’attività espositiva: Stefanini, Percorsi d’immagine, personale curata da Dino Marangon e con testi in catalogo di Ennio Pouchard e Massimo Rizzante, nella trecentesca sede del Museo civico di Ca’ da Noal a Treviso e Stefanini, Vertigini di luce, presentata nelle maestose sale del Castellare del Palazzo ducale di Urbino. Partecipa inoltre alla rassegna Pittura d’Italia. Luoghi veri e dell’anima, a cura di Marco Goldin, presso Castel Sismondo di Rimini.
Francesco Stefanini vive e lavora a Volpago del Montello (TV).
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