Dal Gazzettino, 13 dicembre 2019
Francesco Stefanini dalla iniziale ricerca mirata a costruire – creando scansioni di spazi e delimitazioni di piani e perfino spettacolarità di rapporti e di connessioni – ai percorsi infiniti che si fondano sulla memoria con la richiesta di interpretazioni luminose. Sono questi i due punti che congiungono cronologicamente il mezzo secolo in cui si snoda il percorso artistico dell’artista… Ora si presenta l’occasione per accostarsi alla ricchissima produzione artistica che dagli anni Settanta ad oggi ha fatto conoscere le opere di Stefanini un po’ in tutto il mondo…
Cari amici di Linea d’ombra,
come forse alcuni tra voi sanno, mi sono sempre occupato, al di là della pittura e della scultura internazionali del XIX e XX secolo, anche di pittori italiani contemporanei. Anzi, tutti i primi quasi quindici anni della mia attività di critico sono passati proprio nell’amore per questa materia affascinante che è la pittura affacciata sull’oggi. Quella pittura che ti mette in contatto ogni giorno con la tua stessa emozione dell’essere al mondo, perché questi pittori ti sono compagni di strada, fanno assieme a te il viaggio.
Per questo con piacere vi invito a intervenire a una conferenza che terrò, nel Museo Bailo di Treviso, martedì 17 aprile alle ore 18. In quella sede, assieme alle mostre dedicate a Gino Rossi e Arturo Martini, collegate a quella su Rodin in Santa Caterina, è in corso, fino al 29 aprile, un’esposizione dedicata a un pittore che stimo da lungo e al quale ho dedicato negli ultimi trent’anni non pochi testi e saggi, Francesco Stefanini.
Il Comune di Treviso, in occasione dei settant’anni dell’artista caduti nello scorso mese di febbraio, gli ha dedicato una rassegna composta da una ventina di opere scelte, anche di grande formato, con date che vanno dal 2004 a questo 2018. Con piacere ho accettato l’invito dell’Amministrazione comunale e del pittore, per tenere una lezione/racconto.
Prima e dopo la conferenza sarà possibile visitare l’esposizione, accompagnati dallo stesso Stefanini.
Mi piace, concludendo questa mia lettera per voi, annotare qui alcune frasi che fanno parte del catalogo della mostra, per introdurvi al tema del racconto che farò: “Stefanini ha dipinto finestre così, immaginando quel profilo come lo scivolo verso l’eterno. Stare insieme nel punto del giorno e dell’infinito. Per questo a certi pittori si assegna la forza commovente di essere luci su una cengia, e baluginare nella notte. E tu sai che sono lì, sempre. Li puoi trovare, li puoi guardare. Li puoi chiamare per nome, e loro ti rispondono”
Vi aspetto martedì prossimo al Museo Bailo a Treviso, e intanto vi saluto cordialmente.
Marco Goldin
Francesco Stefanini, toscano di nascita ma da tempo residente nel Veneto, dopo la personale in febbraio nella Galleria Torbandena di Trieste, propone le sue opere a Treviso nella sede del Museo Luigi Bailo.
Patrocinata dal Comune, dai Musei Civici di Treviso e con il concorso del Gruppo Euromobil, l’esposizione presenta dipinti e pastelli, anche di grandi diensioni
Stefanini nel 1986 ha esposto per la prima volta nella Galleria Torbandena, diretta dall’indimenticato Andy Rosada.In seguito i rapporti di amicizia sono continuati con i figli Alessandro e Marco per cui l’attuale mostra é per l’artista anche un’occasione sentimentale per riannodare i fili di un passato carico di ricordi e malinconie. Così scrive Alessanro Rosada nel catalogo della mostra:” Il percorso di questa nostra amicizia si staglia forte e solido come un muro entro le tue tele, um muro dove restano incise le ombre e le luci di tante fasi della vita… Quel marchio del tempo scandito così bene dal tuo pennello, e quell’immagine di un macrocosmo che sa farsi piccolo e intimo come un quadro di Vermeer, diventa simbolo di permanenza , un seme nell’eternità .” In mostra Stefanini propone una serie di dipinti e pastelli a partire dal 2004, insieme ad opere più recenti.
Per maggiori informazioni: www.torbandena.com
La mostra Stefanini legge Parise fa parte del progetto espositivo Storie dell’Impressionismo, organizzato da Linea d’ombra e curato da Marco Goldin.
Stefanini, dei racconti dei Sillabari, ha scelto di interpretare Estate e in piena autonomia espressiva è riuscito a far convivere la sua pittura con un testo poetico-narrativo. Impresa non facile, poiché la sua ricerca pittorica è lontana dall’illustrazione e dalla descrizione di qualsiasi elemento reale. Lavorando sull’ idea di tempo e di memoria, Stefanini ha cercato di aderire agli aspetti narrativi di Parise legati al ricordo, all’impalpabilità dei sentimenti, a situazioni con atmosfere sospese e mai troppo definite. Sottraendo gli elementi narrativi, ha provato a dare forma a un racconto che non è raccontabile, a svuotare l’immagine fino al punto estremo dove lo sguardo si perde lontano, fuori da una finestra aperta.
I titoli di tre quadri: La finestra era spalancata, Era luglio, poi venne agosto, E cosi passò l’estate sono stati attinti dalla frase finale del racconto: La finestra era spalancata e l’uomo guardò per molto tempo la luna: era luglio, poi venne agosto, e così passò l’estate
La mostra “La forma del vuoto” a Spresiano nella Chiesetta ex Patronato, voluta dall’associazione artisti del Comune unitamente all’amministrazione, è per Stefanini una bella occasione per presentare in ordine non cronologico, anzi sparso, un cospicuo numero di dipinti, disegni e pastelli di anni addietro, a partire dal 2004, insieme ad opere recenti. In realtà nessun altro luogo è più adatto di una chiesa a dialogare con il lavoro di questo artista. La sua indagine, permeata di spazi assoluti e indirizzata ad un costante avvicinamento verso la luce, con il silenzio che è spesso il vero soggetto, si apre a interpretazioni volte al trascendente. Gli ultimi lavori presentati sono incentrati sull’idea di dare consistenza al vuoto. Cristallizzare il vuoto con elementi architettonici (quinte, sipari, finestre, cornici), quasi camere d’aria che lo imprigionano trattenendolo.
Oltre. Opere 2004 2015 è il titolo della mostra che il Comune di Pietrasanta, città di nascita dell’artista Francesco Stefanini, organizza nella Chiesa di Sant’Agostino.
Nella prestigiosa sede saranno esposte piĂą di 30 di opere (dipinti e pastelli), alcune anche di grande formato, realizzate dal 2004 al 2015.
…Presenterò in questa occasione un segmento di un percorso, piĂą mentale che reale, partendo da “ Finestra”del 2004. Le assegnerò il ruolo di aprire la mostra sulle altre opere, realizzate in un “viaggio” di piĂą di quindici anni, che si concluderĂ con “Oltre” del 2015. Dipinto che chiude e contemporaneamente apre di nuovo il percorso ancora in atto: andare oltre, incamminarci senza sosta, con gli inevitabili tormenti e improvvisi bagliori, nei tortuosi e complicati sentieri della pittura. (Stefanini, Introduzione al catalogo della mostra)
L’esposizione, patrocinata dal Gruppo Euromobil, è articolata in 11 sezioni e, in riferimento ai dipinti di una di queste, Marco Goldin in Undici frammenti per Francesco scrive: Oltre.
Non afasia, non sospensione della parola che è pittura, che è colore. Nulla di tutto questo. Ma desiderio di rappresentare ciò che mai si è lasciato rappresentare. L’oltre, l’al di là dalla soglia, una visione misteriosa e segreta in anticipo sul tempo. Forse previsione del futuro, oppure solo veggenza. O pre-veggenza. La pittura nata povera nelle caverne preistoriche per scacciare le paure, rappresentandole, torna al suo punto d’origine, al punto della sua origine. E partendo da una stanza, Francesco si spalanca, nascondendosi. Aprirsi con il colore a un altrove. Il colore può posare una tela su un cavalletto. Faceva così anche Rothko nel suo studio di New York. La pittura era come una preghiera.
E così scrive Giuseppe Cordoni in Oltre l’apparente evidenza delle cose. Lettera all’amico-pittore Stefanini in catalogo.
Mio carissimo amico…E con grande pazienza sulla tela progettavi e edificavi dimore per l’anima che, lì al buio in ciascuno di noi, smania d’uscir fuori e rivelarsi ad un’altra che infine la comprende. Non il volto del mondo ma l’emozione che incide nel ricordo il suo transito inafferrabile era l’oggetto d’ogni tua ricerca. Cosicché soltanto l’emozione ritrovata veniva ad abitare in ogni tela. E in quel suo tornarti alla luce, persino a tua insaputa, inseguivi chissà che religiosa trascendenza. Come un palombaro che si cali in un abisso, tu emergere ne facevi l’aldilà dell’aldidentro Da trent’anni, di felice sorpresa in sorpresa, con quale gioia ho assistito a questa tua attenta e disarmata confidenza con l’enigma dell’ombra e della luce.
Nell’atmosfera unica e particolare della Chiesa di Sant’Agostino le opere di Stefanini vivono di energia propria, facendo vibrare ciò e chi vi sta intorno. (Il Sindaco, Dr. Domenico Lombardi, nel catalogo della mostra).
Informazioni: Centro Culturale “Luigi Russo”
Tel. 0584 795500
www.museodeibozzetti.it
Francesco Stefanini per la prima volta propone le sue opere in Croazia con una personale nella sede museale di Rovigno.
Patrocinata dal Comune di Rovigno, l’esposizione presenta dipinti, alcuni di grandi dimensioni, e pastelli. …Si tratta di una tecnica, quella del pastello, antica e nobile, che Stefanini ha praticato negli ultimi quindici anni con assiduitĂ . L’indagine sulle variazioni del colore e sulla deformazione della visione, indotte dal perenne conflitto tra luce e ombra, motivo poetico costante dell’opera di Stefanini, trovano, nel pastello, un’approfondimento e una esaltazione che danno vita a esiti pittorici assolutamente straordinari…(S. Parmiggiani, “Un’oscura limpidezza” pastelli 1983 – 2009, Skira).
La scelta delle opere esposte offre una sintesi del lavoro compiuto nell’ultimo anno.
E’ una pittura paesaggistica senza paesaggio. Stefanini rinuncia alla pura apparenza del soggetto, nessuna delle sue opere rivela mai il segreto della loro ubicazione topografica. Sono quadri di riflessione sull’essenza della luce. … sulla scorta di un mestiere quanto mai esperto e raffinato, Stefanini può esplorare le piĂą diverse formulazioni d’immagine, in una continua sperimentazione di tecniche, materiali, modalitĂ realizzative: avvalendosi di superfici ruvide, scabre e quasi materiche, o viceversa lisce e delicate…
Circa il tema della luce, una costante di Stefanini, ancora Dino Marangon nel suo testo in catalogo sottolinea…Sempre differente appare poi l’emergere delle luci: radenti, intensissime, riverberate, diffuse, scintillanti, incandescenti, a cui fa da contrappunto una non meno varia e diversificata fenomenologia dei colori, caldi, vivaci, densi o viceversa vaghi, o ancora cangianti, screziati, o intensi, rutilanti e accesi. E sempre sulla luce Massimo Rizzante, in L’uomo perduto e ritrovato Per Francecsco Stefanini, scrive: … Ma forse quei fasci di luce sono solo lampi, chiarori, fuochi fatui, lucciole… La sua poetica dell’attenzione fa tutt’uno con la sua aspirazione etica…
Per informazioni: www.muzej-rovinj.hr
Dal 8 febbraio del 2014, in Palazzo Fava a Bologna, verrà ospitata, con l’appoggio della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, La ragazza con l’orecchino di perla, nella straordinaria esposizione DA VERMEER A REMBRANDT, curata da Marco Goldin assieme ad alcuni studiosi olandesi e organizzata da Linea d’ombra.
Per accompagnare questo evento, Marco Goldin ha pensato di realizzare una seconda mostra, allestita al secondo e terzo piano dello stesso Palazzo Fava, denominata ATTORNO A VERMEER. I volti, la luce, le cose. La rassegna tutta italiana vede ventisei artisti contemporanei, da Piero Guccione a Franco Sarnari, da Attilio Forgioli a Mario Raciti, da Roberto Casiraghi a Francesco Stefanini, confrontarsi con le atmosfere pittoriche del maestro olandese. A ogni artista è stato chiesto di realizzare quattro opere che interpretino i volti e le cose evocati da Vermeer, ma anche la sua inarrivabile luce. Dunque, un confronto con l’impalpabile, spirituale e insieme carnalissima luce, e polvere luminosa e illuminata, del grande pittore olandese.
Dopo le mostre a Venezia presso Cà Zanardi nel 2011 ed a Torino nella Sala Nervi del Palazzo delle Esposizioni nei primi mesi del 2012, coordinata in collaborazione con Dossier Tibet, ISCOS e con il patrocinio del Consiglio Regionale del Piemonte, dopo i servizi giornalistici per RAI Parlamento trasmessi su RAI 1 e RAI 2, anche quest’anno Venezia, grazie a Padiglione Tibet – con il patrocinio del Comune di Venezia – Assessorato alle Politiche Giovanili Centro Pace – sarà invasa pacificamente da immagini, colori, atmosfere e suoni che misceleranno, come un prezioso intreccio, la creatività e la sensibilità degli artisti contemporanei, che hanno voluto aderire e contribuire a creare questo particolare Padiglione, con l’arte della composizione dei Mandala dei monaci tibetani (Lama Thupten e Lama Tenzing) che completeranno, con la loro sapiente, accurata e minuziosa perizia durante un rituale-performance che ne evidenzierà ancor più l’intima spiritualità ed energia, un Archivio di STRUTTURE – MANDALA realizzate in sinergia con gli artisti che ne tracceranno le “linee-guida” e con la spiritualità tibetana intrinseca nelle RUOTE DELLA PREGHIERA chiamate anche della legge: strumenti di preghiera buddista, esclusivamente tibetani, per la crescita spirituale